Credo che lo strumento delle primarie possa tornare utilissimo al centro sinistra ed agli elettori che si riconoscono verso quest’area.Riuscire a combinare delle primarie di coalizione, significherebbe in concreto presentare un candidato forte, condiviso e scelto finalmente dagli elettori e non dalle segreterie politiche.Basta stabilire regole chiare, anzi chiarissime,per le stesse primarie,che esistono già a livello nazionale e , qualora occorra, possono essere integrate da disposizioni locali ovviamente condivise ed accettate da tutti.
Emergerà il più votato, a prescindere dalle sigle di partito e dai candidati di bandiera.
Sui programmi, sul programma per Palermo, trovo utilissimo stilarlo insieme agli elettori ma non come documento programmatico tradizionale di 60 fogli di A4 , che non se lo fila nessuno, nemmeno chi lo ha scritto, ma un documento essenziale, che contenga solo dei punti programmatici, delle priorità assolute, delle cose da fare subito e delle altre da interrompere altrettanto.
Palermo non è politicamente una città moribonda ma è già in putrefazione. Il decennio di non-governo subìto è stato per i palermitani buio pesto e se è vero che “cchiù scuru i menzannuotti un po fari”, il mio personale augurio è che la città si liberi da governanti incapaci, da sindaci inadatti al ruolo e ritrovi la forza di rialzarsi.
Chi vive e vota a Palermo, si ricordi dello strumento fondamentale nelle sue mani : il voto.
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Di: Giuanni
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